Introduzione

Essere genitori significa dover insegnare tutto ai propri figli, e sappiamo bene quanto può essere difficile spiegargli l’importanza di certe pratiche giornaliere, che a prima vista possono sembrare noiose e ripetitive. Lavarsi i denti e mantenere una corretta igiene orale è sicuramente una di queste: bambini che non si ricordano di lavarsi i denti o che fanno finta di esserseli spazzolati, merendine e succhi di frutta ricolmi di zuccheri che si depositano sui denti, e infine mal di denti e carie che fanno piangere e perdere giorni di scuola.

L’impegno di un genitore deve essere sempre quello di superare le diffidenze e i capricci dei bambini, per insegnare loro questa pratica, semplice e veloce, che se imparata ogni giorno come regola rimarrà impressa e non la dimenticheranno nemmeno crescendo.

Spesso però i genitori hanno delle conoscenze errate sull’argomento, hanno letto informazioni contrastanti e magari ormai sorpassate, e quindi possono fare degli errori. Cerchiamo quindi di recuperare queste informazioni, e le domande più comuni che i genitori si fanno, per rispondere con conoscenze scientifiche e corrette.

 

Quanto è importante che un bambino si lavi i denti?

Teoricamente siamo tutti concordi quando si parla dell’importanza di lavarsi i denti. È difficile trovare un genitore che non ritiene necessaria l’igiene orale quotidiana dei propri figli, prima barriera contro l’insorgenza di malattie dentali. Gli studi scientifici però ci dicono diversamente: in molti casi i genitori si dimenticano di controllare i figli, non li assistono in bagno per insegnarli il modo migliore in cui lavarli, non li controllano più avanti. Certo non possiamo essere costantemente vigili sui nostri figli quando sono in casa, ma spesso gli altri impegni, la stanchezza di fine giornata o anche solo la dimenticanza ci fanno perdere di vista questo impegno quotidiano del bambino, che essendo un’azione routinaria e non divertente, non sempre è perseguita e, quando riesce a svincolarsi, tende a non farla.

Bambini e paura del dentista

Come comportarsi quindi con un bambino che non si vuole lavare i denti? Esistono diversi metodi e possono essere tutti utilizzati in diversi momenti e circostanze, ma ci sono delle regole valide sempre. Per esempio, essere coercitivi e obbligare il bambino a lavarsi i denti, con la minaccia di punizioni, non è un buon metodo. Raccontare al bambino di malattie dentali estremamente aggressive (“se non ti lavi i denti ti cadranno!”) e improbabili che avvengano nel breve periodo allo stesso modo non aiuterà il bambino a sviluppare un atteggiamento positivo e autonomo nel lavarsi i denti. Peggio ancora quando si sposta l’oggetto della paura sul dentista: la cattiva fama che noi odontoiatri ci siamo lasciati costruire negli anni ha fatto sì che molti bambini, che poi diventeranno adulti, sviluppino già un’odontofobia, quindi la paura e il rifiuto categorico di presentarsi alle visite dentistiche. Non è nemmeno giustificabile il genitore che porta il bambino contro la sua volontà alla visita odontoiatrica, perché potrebbe darsi che il bambino non riesca a stare fermo sulla poltrona durante l’intervento e quindi si possano sviluppare ulteriori problemi, rendendo impossibile al medico un controllo sicuro e stabile con gli strumenti dei denti e della bocca del Paziente.

Oltre a dover spiegare al bambino l’importanza di lavarsi i denti con regolarità, così come è necessario spiegare ai bambini più piccoli che mettersi sempre le mani in bocca è sbagliato, una soluzione intermedia per tutte le persone (e molte sono ormai adulte) che sono affette da odontofobia è la sedazione cosciente. Oltre alle più comuni tecniche di anestesia locale, che ogni Clinica odontoiatrica utilizza per evitare al Paziente inutili dolori e contrazioni involontarie che potrebbero creare danni, SST Clinica Odontoiatrica si avvale della collaborazione di anestesisti che praticano la sedazione cosciente. Questa è una tecnica dove il Paziente, anche bambino, viene leggermente sedato, ma non è completamente incosciente, si trova al contrario in uno stato di rilassamento fisico e mentale, ma è in grado di ascoltare e rispondere agli stimoli e alle richieste dell’odontoiatra. Questa tecnica è utilizzata con i Pazienti odontofobici, ma anche con tutti i Pazienti che non hanno un completo controllo fisico o mentale.

Bambini e familiari: insegnargli a lavarsi i denti

Molti studi hanno confermato che la cura dei bambini è in gran parte in mano alle madri. Questo è un atteggiamento normale e comune a tutte le culture, ma è assolutamente necessario che tutti i membri della famiglia si prendano cura della salute orale del bambino, soprattutto quando deve ancora imparare bene questo nuovo atteggiamento, e quando deve lavarsi i denti in autonomia. Se il bambino riceverà input diversi da figure genitoriali o comunque adulte all’interno della sfera familiare, ne uscirà confuso e non avrà capito qual è l’atteggiamento corretto. Molte madri lamentano il fatto che aver lasciato i figli dai nonni ha fatto sì che questi dessero ai bambini dolciumi e alimenti che nel nucleo familiare gli erano al contrario impediti. In altri casi i nonni, sempre per rendersi più amichevoli ai bambini, non gli imponevano di lavarsi i denti.

Questi atteggiamenti sono sbagliati e devono essere corretti dai genitori stessi, spiegando ai nonni o ad altre persone che fanno parte del nucleo familiare che se non si insegna una routine quotidiana ai bambini, questi non impareranno di certo da soli nel breve periodo. Lo stesso si può dire con le altre figure genitoriali, che per altri motivi potrebbero essere meno presenti od occuparsi solo di altre parti della vita del bambino, e quindi dimenticarsi anche loro di ricordargli di lavarsi i denti e di controllare che portino a termine questa semplice azione.

Pediatra e dentista: investimenti a lungo termine

Tutti portiamo i nostri figli dal pediatra, è un controllo di routine che facciamo nell’interesse del bambino e della sua crescita. Molte persone al contrario posticipano sempre di più le prime visite dei figli dal dentista, per i più diversi motivi, tra cui quello di carattere economico. Una cosa che i genitori però spesso non pensano è l’investimento a lungo termine: portare i propri figli, e venire loro stessi dal dentista con costanza, fa sì che i bambini possano essere osservati e curati durante la loro crescita, la fase migliore dove poter vedere gli sviluppi della dentatura e intervenire nel modo migliore e meno invasivo possibile per migliorare l’arcata dentale in costruzione. Al contrario, non portare i bambini o portarli poche volte, farà sì che molto più facilmente questi possano sviluppare delle malattie dentali, similmente agli adulti, e che i piccoli problemi, magari ancora non visibili ad occhio nudo, peggiorino via via. Questo produrrà solo più dolore e più visite odontoiatriche negli anni futuri, di certo molto più lunghe, costose e dispendiose. La soluzione migliore è quindi quella della prevenzione e delle visite cicliche, dalle quali si può avere il miglior rapporto tra i costi economici e la sicurezza che ogni problema sarà controllato e risolto prima che possa peggiorare, o in alcuni casi che possa addirittura insorgere.

Impatto della salute orale del bambino sulla famiglia

Non sempre si pensa all’impatto che la buona o cattiva salute orale di un bambino possa impattare su tutta la famiglia, sia nel breve che nel lungo termine. Conoscendo bene le malattie orali e le complicazioni che possono avvenire, SST Clinica Odontoiatrica consiglia sempre ai suoi Pazienti di recarsi con costanza dal dentista, non saltare gli appuntamenti e preferire un piano di cura con controlli ciclici semestrali, piuttosto che interventi non programmati solo quando si avverte un dolore, o ce lo comunica il bambino.
È molto più comodo sapere con diversi mesi di anticipo quando sarà la prossima visita odontoiatrica e potersi organizzare di conseguenza, conoscendo gli orari di lavoro della persona che dovrà accompagnare il bambino e i suoi orari, di scuola e di altre attività extrascolastiche. In questa maniera il Paziente verrà ciclicamente controllato e la possibilità che insorgano malattie dentali molto minore, oltre a poter controllare lo sviluppo dei denti del bambino, e programmare eventuali interventi (per esempio mettere l’apparecchio ortodontico).

Genitori e stress psicologico

Diversi studi hanno evidenziato lo stress psicologico che si genera nel genitore che deve portare il figlio dal dentista, soprattutto quando poi viene a scoprire da parte del suo odontoiatra che il bambino ha sviluppato delle carie. In molti casi il genitore si colpevolizza, ritenendo che la comparsa di quelle carie e di altre eventuali malattie dentali è colpa sua, non essendo stato in grado di controllare il bambino e imporgli di lavarsi con costanza i denti dopo i pasti.

Tutti i genitori sanno che i loro figli devono lavarsi i denti, ma può succedere che i capricci del bambino, alcune sere in cui si è troppo stanchi o ce ne si dimentica, voler lasciare che il bambino mangi dei dolci per fargli piacere, fa sì che si possa saltare l’importante momento in cui ci si lava i denti. Anche in questo caso si parla di stress del genitore, che non sempre riesce a vincere la “battaglia” educativa con il bambino, e accetta suo malgrado che quella volta non si lavi i denti.

In tutti questi casi la soluzione è sempre quella di creare una routine, una quotidianità: il bambino deve imparare che se non si lava i denti in un certo momento della giornata, non potrà fare altre cose che lo rendono felice. Conoscendo questa piccola e semplice regola, verrà più facile sia al bambino che al genitore rispettarla, e con il passare del tempo diventerà un comportamento quasi automatico del bambino, nel frattempo che cresce e sviluppa una maggiore cura e consapevolezza di se stesso e delle eventuali malattie orali che potrebbero colpirlo.

Domande e risposte: quanto ne sai sui denti del tuo bambino?

In questa sezione dell’articolo abbiamo raccolto un po’ di domande che i genitori si fanno o chiedono a Google, ma soprattutto abbiamo considerato alcune delle false credenze che si pensano corrette sulla salute orale.

Quanto dentifricio usare?

La quantità di dentifricio da usare per i bambini cambia con il passare degli anni: a livello internazionale sono state sviluppate delle linee guida per tutti gli odontoiatri che parlano di tanto dentifricio quanto un chicco di riso per i bambini più piccoli (fino ai 3 anni circa), e aumentare fino a mettere sullo spazzolino una quantità di dentifricio maggiore, grande come un pisello, quando diventano più grandi. È importante fare attenzione a non esagerare con le quantità, soprattutto se l’odontoiatra consiglia di utilizzare dentifrici fluorati.

Da che lato mettersi per aiutare il bambino a lavarsi i denti?

Non si può semplicemente mettere uno spazzolino in mano al bambino e dirgli di lavarsi i denti. Come per tutte le cose, il genitore deve essere in grado di insegnare al bambino come lavarsi i denti, stare in bagno insieme a lui o lei nei primi momenti, per controllare prima di tutto che se li stia lavando, e che lo stia facendo correttamente. È dunque bene che il genitore, almeno nelle prime volte, si trovi dietro al bambino, e lo aiuti a lavarsi i denti guidando il movimento del braccio e della mano guardando il bambino allo specchio. In questo modo sia il genitore che il bambino vedranno i movimenti e potranno correggerli, e imitarli per la volta successiva.

Con il passare del tempo il genitore può anche lavarsi i denti insieme al figlio stando a lato, anche in questo caso entrambi possono guardarsi allo specchio e il bambino può imitare i movimenti del genitore, nel frattempo che l’altro controlla.

Il fluoro è utile?

Esistono molti strumenti a base di fluoro: dentifrici, spazzolini, fili interdentali, pastiglie, acque arricchite di fluoro. Non sempre utilizzare il fluoro per rinforzare lo smalto dei denti (sia dei bambini che degli adulti) è la soluzione migliore, perché un’assunzione scorretta può portare alla fluorosi, una malattia dentale. La cosa migliore da fare è sempre quella di confrontarsi con il proprio odontoiatra: ne abbiamo parlato in un articolo dedicato con il Dottor Alessandro Greco, pedodonzista che collabora con SST Clinica Odontoiatrica.

Quando è meglio dare cibi e bevande zuccherate al bambino?

Secondo l’autorevole associazione statunitense ADA (Associazione dei Dentisti Americani), non si dovrebbero mai dare bevande zuccherate ai bambini sotto i 5 anni, solo acqua e latte. In questo modo si limiterebbero al massimo le possibilità che i bambini sviluppino carie nei primi anni di vita. Se questa soluzione non fosse possibile, o è ritenuta troppo pesante dal genitore, è sempre bene ridurre al massimo il consumo di bevande zuccherate, soprattutto quelle confezionate e vendute industrialmente, che sono arricchite di zuccheri.

Quando è meglio portare il bambino la prima volta dal dentista?

È bene non posticipare troppo la prima visita dentistica: verso i 3-4 anni è il momento migliore per portare il bambino la prima volta dal dentista. È importante comunque che prima il genitore controlli lo sviluppo dei denti del bambino insieme al pediatra, e che li pulisca ogni giorno.

I denti dei bambini si cariano più facilmente che quelli degli adulti?

Le carie sono una delle malattie più diffuse tra i bambini, e questo accade per diversi motivi: il principale, e quello che non può essere combattuto se non con lo sviluppo e la crescita, è perché lo smalto che protegge i denti dei bambini, i denti da latte, è minore e meno spesso, e quindi il dente è più facilmente attaccabile dalla placca e dalla carie. Gli altri motivi possono essere il non lavarsi i denti con costanza e assumere troppe bevande e cibi fortemente zuccherati, ma in questo caso il genitore può intervenire direttamente, insegnando al bambino l’importanza di lavarsi i denti con regolarità e controllando la dieta del bambino.

I denti da latte vanno curati o tanto comunque prima o poi cadono?

Alcuni genitori credono erroneamente che non sia così importante controllare la salute orale dei denti da latte, sapendo che presto cadranno e verranno sostituiti dai denti permanenti, molto più stabili e resistenti. Si sbagliano: per prima cosa i problemi dentali sono fastidiosi per tutti, anche per chi ha i denti da latte, e dunque le eventuali malattie dentali vanno prevenute e se necessario curate. Inoltre, la buona salute dei denti da latte è utile per salvaguardare i futuri denti permanenti, che si stanno lentamente formando all’interno della gengiva, e con il passare del tempo spingeranno fino a far cadere i denti decidui. Se questi primi dentini soffrono di malattie, possono intaccare anche i denti permanenti, anche se questi non si sono ancora formati.

Per quanto tempo i bambini possono portare il ciuccio o usare il biberon?

Ciuccio e biberon sono due strumenti molto utili per il bambino, lo aiutano a mangiare e calmarsi. Sono altresì importanti nello sviluppo dei denti, perché come sappiamo e ci ricordiamo tutti l’eruzione di un dente dalla gengiva fa male, e tutti i bambini ne hanno sofferto. Va però specificato che un oggetto, per quanto anatomicamente studiato per stare in bocca, viene usato anche dopo i 3-4 anni, può creare dei problemi ai denti. Questi infatti potrebbero stortarsi durante la crescita, e provocare dei danni a lungo termine al bambino, come difficoltà a parlare, respirare o mangiare. Allo stesso modo è importante che il genitore insegni al bambino che non deve mettersi le mani e le dita in bocca, perché anche questo atteggiamento non farà bene al corretto sviluppo dei denti.

Non voglio che mio figlio venga sedato (sedazione cosciente e/o anestesia locale), è troppo piccolo. Ho ragione?

La sedazione cosciente è una ottima soluzione per tutti i Pazienti odontofobici, per tutti i Pazienti che non hanno il pieno controllo delle proprie facoltà motorie e mentali, e tutte le volte che il Medico lo riterrà più necessario. La sedazione cosciente non è però praticata sui bambini. In ogni caso la sedazione cosciente è una pratica molto sicura e consolidata, e la nostra Clinica mantiene i più alti standard di sicurezza per tutte le sue pratiche odontoiatriche.

Bibliografia e note

Skaret, E., Espelid, I., Skeie, M.S. et al. Parental beliefs and attitudes towards child caries prevention: assessing consistency and validity in a longitudinal design. BMC Oral Health 8, 1 (2008). doi: 10.1186/1472-6831-8-1

Naidu R, Nunn J, Irwin JD. The effect of motivational interviewing on oral healthcare knowledge, attitudes and behaviour of parents and caregivers of preschool children: an exploratory cluster randomised controlled study. BMC Oral Health. 2015 Sep 2;15:101. doi: 10.1186/s12903-015-0068-9. PMID: 26328785; PMCID: PMC4556322.

S Dhull K, Dutta B, M Devraj I, Samir PV. Knowledge, Attitude, and Practice of Mothers towards Infant Oral Healthcare. Int J Clin Pediatr Dent. 2018 Sep-Oct;11(5):435-439. doi: 10.5005/jp-journals-10005-1553. Epub 2018 Oct 1. PMID: 30787559; PMCID: PMC6379533.

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