Introduzione: l’importanza della prevenzione

 

Tenere sotto controllo la salute dei propri denti può sembrare una cosa molto semplice, basterebbe solo ricordarsi di lavarsi i denti con regolarità. Ma è grazie alla sua apparente semplicità che molti sottovalutano l’igiene orale, e conseguentemente anche gli appuntamenti costanti dal dentista. In questo lungo periodo di instabilità e senza sapere bene cosa succederà in futuro, la cosa migliore è cercare di programmare tutto quello che possiamo. Recarsi dal proprio odontoiatra con regolarità, e portare i propri figli a partire dai 4 anni, è la soluzione migliore per monitorare continuamente la propria bocca e i denti, pulirli professionalmente e impedire la formazione di malattie. Al contrario sarà molto più facile sviluppare delle malattie dentali, che non curate potranno solo diventare più gravi. Affrontare un intervento di chirurgia odontoiatrica più avanzato è più dispendioso in termini di tempo e di denaro che seguire un percorso di controlli periodici.
Una malattia dentale non curata oltre a provocare diversi disagi nel Paziente, come alito cattivo, dolore e vergogna, può solo peggiorare. I batteri responsabili delle principali e delle più comuni malattie sui denti vivono in un ottimo ambiente, umido, chiuso e ricchissimo di sostanze nutritive: da soli continueranno solo ad espandersi. Se noi per primi non impediamo che si propaghino, lavandoci con costanza i denti, riducendo soprattutto nei bambini i cibi zuccherati, e per gli adulti smettendo di fumare, le malattie continueranno a riproporsi. È compito poi del vostro dentista di fiducia controllare che i vostri denti siano sani, e che quelli dei vostri figli crescano correttamente.
L’igiene orale domiciliare è la prima e la più importante forma di prevenzione che ognuno di noi può fare comodamente a casa, e a prezzi estremamente contenuti. Non sempre però questa basta, e non sempre continuare un costante ciclo di visite odontoiatriche può impedire che i batteri comincino ad attaccare i denti. Se si dovessero sviluppare delle malattie dentali, la soluzione migliore è sempre quella di recarsi dal proprio odontoiatra e iniziare un ciclo di cure ed eventualmente di interventi di chirurgia dentale per poter risolvere il problema e guarire. Ricordiamo sempre che una malattia osservata nelle sue fasi iniziali è molto più facile, più veloce e molto più economica rispetto a una situazione dove i batteri hanno potuto proliferare nella bocca e nelle gengive per lungo tempo. È nell’interesse di ogni Paziente sia prevenire le malattie dentali, tenere curati e puliti i propri denti per rallentare quanto possibile la loro naturale usura nel corso della vita, e farsi curare le malattie prima che queste peggiorino e siano molto più difficili da estirpare, o il dentista sia costretto a ricorrere a soluzioni drastiche.
Fortunatamente l’odontoiatria moderna con il passare degli anni e i continui studi ha potuto sempre migliorare le proprie conoscenze scientifiche. Oggi si possono inserire impianti che possono durare per moltissimi anni, molto simili ai denti naturali e biocompatibili con il proprio organismo.

Nell’articolo di oggi osserveremo le principali e più comuni malattie dentali che possono svilupparsi, le loro complicazioni se queste non vengono scoperte e curate per tempo e le soluzioni per salvare i denti, fino alla loro rimozione e alla loro sostituzione, tenendo sempre a mente l’importanza primaria della prevenzione domiciliare e dal dentista.

 

Le malattie più comuni, le complicazioni e le soluzioni

 

La carie: la più diffusa malattia dentale dei bambini

 

La più conosciuta e la più temuta malattia è sicuramente la carie, facile a formarsi se non ci si lava con regolarità i denti e insidiosa: infatti prima che l’organismo ci avvisi della sua presenza, con il tipico dolore al dente, passa del tempo, nel frattempo che i batteri scavano il dente fino a raggiungere la polpa dentaria, la parte più interna e ricca di sostanze nutritive. È qui che la prevenzione e la costanza di ognuno di noi si deve vedere: lavarsi i denti dopo ogni pasto, e ricordarlo ai nostri figli e ai bambini più piccoli, è sempre il primo passo per impedirla. Allo stesso tempo sarà compito del vostro odontoiatra durante le visite e la terapia di mantenimento a controllare che non abbiate sviluppato delle carie. Fortunatamente è una malattia che si forma quasi sempre sulla corona del dente, rendendola evidente a qualsiasi professionista. Anche il Paziente può comunque notare una carie nella sua bocca, contraddistinta dal tipico colore nerastro, ma solo quando questa è già formata da un po’ di tempo: al contrario il dentista ha la possibilità di scovarle anche prima con una radiografia dei denti, la panoramica.
La carie può colpire indistintamente tutte le fasce d’età, ma è sempre comune nei neonati e nei bambini, aumentando via via che la loro alimentazione si diversifica e l’assunzione di sostanze zuccherate aumenta: ancora oggi il problema della carie nei più piccoli è sentito in tutto l’Occidente, soprattutto se ai bambini non viene insegnato e non vengono portati con regolarità dal dentista. La nostra Clinica suggerisce di prenotare delle prime visite per loro a partire dai quattro anni d’età, e parlare con il pedoortodonzista della possibilità di somministrare il fluoro al proprio figlio.

La pulpite: cosa succede se non si curano le carie per tempo

 

Perché è importante la prevenzione, lavandosi i denti con regolarità a casa e presentandosi ciclicamente dal dentista? La risposta è semplice: maggiore è il numero delle carie, e più profonde e radicate all’interno del dente, più difficile, lunga e anche costosa è la cura. Se per una semplice carie poco profonda e scoperta subito dal vostro odontoiatra di riferimento basta una semplice operazione di rimozione della carie e otturazione del dente, una carie profonda e che ha intaccato la stabilità del dente può portare a una pulpite. Questo accade quando i batteri, già presenti nella carie, raggiungono la polpa dentaria, la parte più interna e viva del dente, e provocano un’infiammazione. Così come per le carie, anche questa forma più estesa e grave della malattia dentale è difficile da scoprire se non ci si reca da un dentista. La cosa più semplice è osservare se cibi troppo freddi, o troppo caldi, o troppo zuccherati producono un dolore acuto su quel dente: se accade è facile che il dente sia stato “bucato” dai batteri e che ora la sua parte interna più sensibile sia esposta.
Bisogna stare attenti a non sottovalutare nemmeno questa complicazione: le pulpiti, se non curate, possono raggiungere la parte più profonda della polpa, consumarla e provocare una necrosi della polpa. In quel caso non ci sono altre soluzioni se non devitalizzare il dente, o in casi peggiori estrarlo.

Pulpotomia e devitalizzazione: le soluzioni per salvare il dente

 

Prima di arrivare a dover estrarre un intero dente, pratica che poi porta a dover decidere come sostituire il dente o i denti mancanti, l’odontoiatra può ancora salvare il dente.
La pulpotomia è utilizzata per le pulpiti meno profonde, che possono essere risolte eliminando tutto il tessuto infetto e i batteri, lasciando però intatta la polpa in profondità, che rende il dente vivo e ben ancorato nella bocca. Così come per le semplici carie, anche in questo caso successivamente, quando è appurato dopo del tempo che tutti i batteri sono stati rimossi, si riempie la parte ora cava e si ottura il dente, rendendolo protetto e sano.
La devitalizzazione è definita a livello odontoiatrico come pulpectomia (da non confondersi quindi con la prima), e differentemente dalla pulpotomia è una pratica più radicale: il dentista infatti rimuove tutta la polpa del dente, impedendo quindi che questo possa ricevere nutrimento dall’organismo. Il dente è destinato quindi a non essere più vitale, ma ancora in bocca, senza dover essere rimosso. Diversamente dalla prima operazione, questa è più lunga e necessità un maggior numero di strumenti e di sostanze da inserire nei vari strati del dente per impedire che possa infettarsi nuovamente.

La gengivite: gengive gonfie e sanguinanti

 

La gengivite, che poi può peggiorare fino a diventare parodontite, è un’altra malattia molto comune, soprattutto se non si tiene sotto controllo la propria igiene orale a casa e non rispettando gli appuntamenti costanti dal dentista. Finché c’è solo un po’ di placca sullo smalto dei denti e sulle gengive, queste tenderanno a gonfiarsi: è facile rendersene conto quando si troverà del sangue nella saliva mentre ci si lava i denti. Ma è proprio lo spazzolino a essere lo strumento migliore per impedire la formazione della placca sui denti e sulle gengive. È necessario però che le gengive vengano spazzolate e massaggiate dallo spazzolino, facendo sì che siano sempre interessate dal movimento delle setole (sul mercato se ne trovano di diversa morbidezza) e quindi impedendo il depositarsi della placca.
La gengivite è facilmente curabile, ma è sempre bene rivolgersi prima al proprio dentista, per capire come muoversi. Una scelta oculata da parte di un professionista su quali colluttori eventualmente utilizzare, quali dentifrici e quali spazzolini è da preferire a delle ricerche autonome. Inoltre, sul mercato molte delle soluzioni che vengono proposte per la gengivite sono quasi solo palliativi, mentre invece si rende necessario l’utilizzo di speciali colluttori da acquistare in farmacia, che possiedono alte percentuali di clorexidina. Utilizzato quando necessario e con le quantità indicate dal proprio dentista risolverà il problema della gengivite, al contrario dei colluttori da supermercato che per legge non possono eccedere percentuali quasi irrisorie di clorexidina.

La parodontite: una malattia più grave

 

Se tutti (o quasi) utilizzano con costanza lo spazzolino, manuale o elettrico, molte meno persone usano sempre il filo interdentale. La placca si annida anche negli spazi tra i denti, spostandosi poi via via dal solco gengivale al margine, lo spazio tra il dente visibile e la gengiva. Questo piccolo spazio tra dente e gengiva al peggioramento dell’infiammazione e della gengivite diventa sempre più profondo e largo, crea la tasca gengivale (o tasca parodontale). Più grande è lo spazio, più è facile per i batteri raggiungere anche la parte nascosta del dente, quella sotto alla gengiva, tramutando una semplice e più facilmente curabile gengivite in una parodontite.
Anche in questo caso risolvere questa complicazione è un processo più lungo, e il tempo speso per guarire più lungo. Un ottimo motivo per cercare di evitare di arrivare a dover sviluppare una parodontite: molto meglio curare la propria igiene orale domiciliare con costanza e quindi impedire che ci si debba rivolgere a un dentista per curarsi.
Segnaliamo anche un importante studio britannico che ha avuto in breve tempo rilevanza mondiale. Gli scienziati di Birmingham hanno trovato delle correlazioni tra la parodontite e il Coronavirus: se la bocca è infiammata e sanguinante, è molto più facile che il Covid, passando nella maggior parte dei casi da lì, si diffonda nell’organismo molto più velocemente. Un motivo in più per evitare di sviluppare questa patologia, e recarsi dal dentista quanto prima se ci si rende conto di avere le gengive infiammate e la sensazione di pulsazione nella bocca.

Curettaggio: l’intervento per guarire il dente e la gengiva

 

Per i casi meno gravi l’odontoiatra ricorre alla pratica del curettaggio, utilizzando degli strumenti che rimuovono tutta la placca dalle gengive e dalle tasche: il Paziente non sentirà alcun dolore grazie a una piccola anestesia locale. L’odontoiatra utilizza delle sonde che calcolano la profondità della tasca parodontale che si è formata, e nel caso in cui questa fosse inferiore ai 5 millimetri, si può utilizzare questa procedura. Diversamente, se la malattia è più profonda e radicata si deve ricorrere a un intervento parodontale. Questo è sicuramente più lungo ed invasivo, si rende infatti necessaria una incisione della gengiva, la pulizia di tutti i batteri che hanno scavato fin nel profondo del dente e dei punti di sutura per richiudere il taglio effettuato.

Togliere i denti: cosa succede

 

Non sempre è possibile salvare un dente, soprattutto se non lo si è curato per tempo e se il Paziente si presenta dall’odontoiatra dopo molto tempo. Tutte le malattie dentarie possono peggiorare fino a quando il dente diventa irrecuperabile, anche la semplice carie. Quando quindi non c’è altra possibilità, si ricorre alla rimozione del dente (definita avulsione dentaria). Il Paziente non deve però pensare che questa sia una soluzione negativa: spesso rimuovendo il dente si evita che il problema possa peggiorare, e che quindi ci si avvii a iniziare il processo di guarimento della malattia orale. I denti rimossi possono poi essere sostituiti da degli impianti, in modo da dare al Paziente la possibilità di avere un sorriso naturale e poter usare i denti per parlare e mangiare normalmente.

Rimuovere il dente: l’avulsione dentaria

 

Molti Pazienti hanno paura di ricorrere a questa soluzione, avendo in mente l’immagine popolare per cui estrarre un dente sia un’operazione lunga e molto dolorosa. Al contrario nella nostra Clinica per tutte queste operazioni chirurgiche e non utilizziamo sempre un’anestesia locale, e se richiesto dal Paziente anche la possibilità di sottoporsi alla sedazione cosciente. Questa permette al Paziente di essere molto rilassato sia a livello psichico che fisico, ma non essere addormentato: durante tutto l’intervento sarà cosciente, nel frattempo che però non sentirà alcun dolore mentre l’odontoiatra svolgerà il suo lavoro. Ricordiamo comunque a tutti i nostri Pazienti di leggere con attenzione le indicazioni pre e post intervento di sedazione cosciente, come per esempio essere accompagnati da una persona che possa assisterlo dopo l’intervento.
Al di là di tutti quelle complicazioni per le quali è meglio che il dente venga rimosso, come dopo dei traumi che hanno scheggiato irrimediabilmente il dente, o un affollamento dentale, con troppi denti vicini tra loro che non permettono un sorriso più naturale, SST Clinica Odontoiatrica ricorda sempre l’importanza della prevenzione e del controllo ciclico dal vostro odontoiatra, che renderà molto più difficile la possibilità di dover ricorrere all’avulsione dentaria.

Gli impianti dentali

 

Quando tutta la prevenzione personale, le visite dal dentista e gli interventi precedenti non sono stati in grado di salvare un dente, si può successivamente ricorrere a un impianto dentale. La procedura è più lunga rispetto a tutte le precedenti e più costosa, per questo motivo SST Clinica Odontoiatrica ribadisce sempre l’importanza della prevenzione, che può ritardare di molti anni o rendere impossibile la necessità di ricorrere a un impianto. Un dente sano e tenuto sotto controllo negli anni avrà molte più difficoltà ad infettarsi, e sicuramente sarà curabile prima e più velocemente.
Gli impianti dentali si dividono in due grandi categorie: quelli che danno la possibilità di innestare successivamente una protesi fissa (quindi capsule dentali o ponti) e quelli che rendono possibile inserire una protesi mobile (la dentiera). Gli impianti non sono altro che delle viti in titanio (materiale biocompatibile, che si lega all’osso della bocca e non viene rigettato quasi mai), inserite nel solco dove prima era presente il dente. Dopo questo intervento, che come gli altri si svolge in Clinica con una semplice anestesia locale, si può decidere se inserire una protesi fissa o mobile.
SST Clinica Odontoiatrica collabora con un laboratorio odontotecnico, dove i professionisti lavorano artigianalmente dei blocchi di ceramica per poter ricreare dei denti estremamente simili a quelli reali. In questo modo i Pazienti avranno dei nuovi denti, potranno parlare, ridere e mangiare normalmente e dovranno solo preoccuparsi di tenerli puliti, come se fossero denti veri. Il laboratorio si avvale anche della tecnologia CAD-CAM MILDE (Milling dental excellence), che utilizza computer e tecniche di progettazione tridimensionale per ricreare dei denti unici per ogni Paziente e per ogni bocca, diversa da tutte le altre.

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