La buona salute dei denti e della bocca ha un forte impatto sulla pratica sportiva. Sia gli atleti professionisti, ma anche chi pratica sport a livello amatoriale e non agonistico, dovrebbe prendersi maggiormente cura dei propri denti. Le motivazioni sono di diverso tipo: dalla qualità di alimenti e bevande usate al tipo di sport praticato, i denti sono continuamente presenti nella vita di uno sportivo. Ogni tipo di sport può provocare diversi danni ai denti, e molte volte la buona salute dei denti aiuta nella pratica sportiva.
Chiunque abbia praticato degli sport o allenamento dove è necessario utilizzare la forza, o concentrare tutta la propria energia in un singolo momento, si sarà reso conto che i denti giocano un ruolo importante: quante volte li abbiamo stretti, per aiutarci a raggiungere il traguardo nella corsa o concludere una serie di trazioni alla sbarra? Non ci sono sicurezze scientifiche sul fatto che serrare i denti durante il momento di massimo sforzo possa aiutare a concentrare la forza, ma sicuramente è un’azione che inconsciamente siamo tutti portati a fare. Di sicuro c’è però il fatto che i denti sono una parte importante del nostro organismo, e la loro salute è direttamente collegata all’equilibrio e alla buona riuscita della pratica sportiva.
Così come uno sportivo controlla la sua dieta, i periodi di riposo e la correttezza dei suoi allenamenti per poter raggiungere il miglior risultato, curare i propri denti deve rientrare all’interno delle buone pratiche di chiunque voglia avere un fisico agile e migliorare sempre le proprie prestazioni. Nell’articolo parleremo delle tipologie di bevande e di cibi energetici che vengono assunti, alle volte esagerando, e anche dei diversi sport, che possono avere impatti diversi sulla salute dei denti. Chi pratica sport di contatto deve pensare a come proteggere i suoi denti da eventuali colpi e danni, ma anche chi pratica sport individuali non può sottovalutare il problema di avere problemi e malattie ai denti, che se non curati possono peggiorare molto più velocemente di chi non fa sport.

 

 

Le principali malattie ai denti di chi pratica sport

La carie è una delle più semplici e diffuse malattie dentali, che può essere facilmente evitata lavandosi i denti con regolarità e facendo controlli ciclici dal proprio dentista. Chi pratica molto sport può più facilmente sviluppare questa malattia, sia per i cibi molto zuccherati che per le lunghe sessioni di allenamento o di gara, che fanno posticipare o dimenticare di lavarsi i denti dopo i pasti. Oltre a tutti i rischi e le problematiche che una malattia dentale come la carie comporta, lo sportivo deve considerare che la malattia con il tempo può solo peggiorare se non viene curata, soprattutto perché si manifesta (provocando dolore al dente e mal di testa come principali sintomi) quando è già in uno stadio più avanzato. Una carie non curata non può far altro che portare ad altre malattie dentali, più dolorose e più lunghe e difficili da curare. Dolore, necessità di recarsi molte più volte dal dentista e difficoltà a masticare provocheranno ritardi nella pratica sportiva, sia per gli allenamenti che per le gare, rendendo entrambe più difficili o anche impossibili da superare.
Un atleta che sottovaluta la propria salute orale ha molte possibilità di sviluppare malattie dentali: tra le più comuni oltre alla carie c’è la gengivite e la parodontite, che possono portare a infiammazioni e infezioni molto peggiori. Un dente non tenuto sotto controllo ciclico e non curato peggiorerà, provocando ancora più dolore e instabilità psico-fisica nell’atleta, peggiorando le sue capacità e i suoi risultati sportivi.
Non prevenire le malattie dentali o curarle troppo tardi crea solo problemi a uno sportivo: il dolore e le visite odontoiatriche gli faranno saltare allenamenti e gare. Al contrario prevenire le malattie dentali sottoponendosi a cure cicliche fa in modo che le visite odontoiatriche siano molte meno e ben organizzate durante l’anno. SST Clinica Odontoiatrica propone a tutti i suoi Pazienti la terapia di mantenimento, con visite semestrali e un continuo controllo della salute dentale del Paziente, prevenendo qualsiasi malattia prima che questa possa svilupparsi, o individuandola subito nelle sue prime fasi, quando è più semplice da curare.

Barrette energetiche e integratori: un problema per i denti

Ogni persona che pratica sport sa bene che è necessario mantenere anche una dieta bilanciata in base allo sport che si segue. Se si è giustamente così attenti al cibo che si mangia a casa, è bene però che si stia attenti anche a tutta la varietà di bibite, snack e integratori energetici che si assumono mentre si fa sport. Spesso non si dà molto peso al quantitativo di cibo ingerito durante l’attività sportiva, giustificandosi con un necessario apporto energetico utile per potersi rifocillare e continuare con la sessione di allenamento o la gara che stiamo facendo.
Uno studio inglese pubblicato successivamente alle ultime olimpiadi ha scoperto come ormai la metà degli atleti professionisti (britannici) avesse sviluppato diversi problemi ai denti, soprattutto carie, per l’uso smodato di bevande e snack energetici. Uno su tre di loro ha collegato un peggioramento delle proprie prestazioni sportive ai problemi dentali1. Questo succede perché queste bevande e cibi sono ricche di zuccheri, e come da sempre ripetiamo le bibite zuccherine in quantità troppo elevate danneggiano lo smalto dei denti. Un dente con meno smalto è molto più soggetto agli attacchi dei batteri, quindi allo sviluppo di carie.
La dottoressa Julie Gallagher, che ha seguito per prima questo e diversi altri studi nell’ambito dell’odontoiatria sportiva, si auspica che gli atleti in futuro siano più propensi a seguire degli screening in preparazione delle stagioni sportive, così come compiono tanti altri check-up medici per controllare il proprio stato di salute. Da parte nostra, SST Clinica Odontoiatrica cura tutti i suoi Pazienti, sia per malattie orali specifiche sia con una terapia di mantenimento, tenendo sotto controllo la salute dentale tutto l’anno e prevenendo qualsiasi problema. Un atleta, professionista o no, può solo trovare degli esperti nella cura e nella prevenzione dentale nella nostra Clinica.

Steroidi anabolizzanti e i rischi per la salute dei denti

Il mondo dello sport è molto amplio e variegato, non è quindi impossibile trovare chi utilizza sostanze illegali, oltre che estremamente negative per la salute della persona che ne fa uso. Qualsiasi medico darà parere contrario all’atleta che eventualmente scegliesse consapevolmente di utilizzare gli steroidi anabolizzanti, conoscendo bene tutti i rischi per la salute. Per questo motivo, in molti casi atleti professionisti e non acquistano dosi non controllate, e che possono essere state modificate dal venditore, peggiorando la qualità del prodotto e quindi aumentando i rischi nella salute di chi li utilizza.
L’abuso di steroidi provoca diversi danni anche ai tessuti della bocca: studi2 hanno osservato il rapporto tra atleti non professionisti che assumevano steroidi anabolizzanti da più di un anno, sia per aumentare la propria forza muscolare sia in modo unicamente ricreativo e l’infiammazione delle gengive. Conoscendo anche gli effetti negativi psicologici che l’abuso di steroidi provocano, come l’aumento dell’ansia, dello stress e di comportamenti depressivi, ulteriori ricerche3 hanno notato la correlazione tra l’ansia e l’aumento esponenziale delle parodontiti. Questi studi, dunque, hanno evidenziato i diversi danni che l’abuso di steroidi possono avere sull’organismo umano, e che vanno a intaccare anche la salute della bocca.
Gengiviti e parodontiti sono malattie che possono essere curate se ci si reca presto dal dentista, o possono essere del tutto evitate se si mantiene una corretta igiene orale. Al contrario continuare a utilizzare queste sostanze, sia anche solo per migliorare la propria prestanza fisica, non farà altro che peggiorare la propria salute orale, portando a conseguenze ben più gravi.

Saliva: un problema per chi pratica sport

Non tutti sono a conoscenza dell’importanza della saliva per la salute dei denti. Essa, infatti, aiuta tutta la bocca a rimanere idratata e protegge i denti insieme allo smalto, oltre ad aiutare nella dizione e nell’ingerimento di cibo. In questo caso chiunque, anche se non uno sportivo, sa che durante uno sforzo fisico prolungato, come una corsa, i livelli di saliva nella bocca cambiano abbastanza velocemente. A un iniziale aumento, che porta più facilmente a voler sputare, con il passare dei minuti la quantità di saliva presente in bocca diminuisce, e presto si avrà la sensazione di secchezza delle fauci. Un problema facilmente risolvibile sul breve periodo se si segue l’importante regola della continua idratazione, ma che può indurre a delle malattie dentali a lungo andare, soprattutto a chi pratica molto sport di resistenza.
Sono molti gli studi che negli ultimi anni hanno analizzato la saliva sia di atleti che di sportivi non professionisti, analizzandola prima e dopo diverse attività sportive come corse, maratone e gare di lotta. La maggior parte degli atleti, all’aumentare degli allenamenti e della quantità di tempo passata a fare sport, ha sempre livelli più alti del normale di erosione dello smalto, che indebolisce il dente ed è una delle principali concause dello sviluppo delle carie. Una minore quantità di saliva fa in modo che i denti siano meno protetti, i batteri siano più prolifici e i cibi e le bevande siano più acidi, attaccando più facilmente i denti.
Oltre che ai denti, altri studi hanno evidenziato dei collegamenti tra un basso livello di salivazione in bocca e l’aumento delle possibilità di sviluppare infezioni nel tratto respiratorio e in bocca. Una sorte simile a quella dei fumatori, che per colpa del tabacco hanno maggiori possibilità di sviluppare malattie respiratorie. Anche chi fuma le sigarette elettroniche non ne è esente: la diminuzione della saliva in bocca colpisce anche questi consumatori.

Gli sport che rovinano più facilmente i denti

È stato stimato che un terzo di tutti i traumi dentali che si possono subire sono causati dalla pratica sportiva4. Ovviamente la maggior parte degli sport che possono più facilmente provocare i traumi dentali sono quelli di contatto, dove si ha uno o più avversari o dovesi utilizzano oggetti contundenti e molto veloci. Uno sport a parte è il nuoto, dove è più difficile subire traumi dentali, ma è stato osservato come la presenza di cloro nelle piscine influisce sui denti, macchiandoli.
I traumi ai denti provocano diversi problemi: sia a livello estetico, rovinando un sorriso, ma il danno può essere più profondo, e presentarsi anche a distanza di anni, con la perdita di vitalità di un dente, che è quindi necessario curare per evitare di dover decidere per la soluzione più radicale, cioè l’avulsione (l’estrazione) del dente. I denti più esposti durante la pratica sportiva solo gli incisivi centrali superiori e i laterali superiori, che oltre a essere quelli più visibili, sono anche necessari per mangiare e per parlare correttamente.
Se avete avuto in passato un trauma dentale e non vi siete recati dal dentista, un indizio può essere quello del discoloramento del dente: se da bianco comincia a diventare grigio, è probabile che sia in atto un processo di necrosi. In questo caso bisogna subito contattare il proprio dentista per una visita.

Trauma dentale: i principali problemi

Prima di tutto va ricordato che i traumi dentali interessano tutti, sia i bambini che gli adulti. Il danno può essere più o meno grave non solo in base al tipo di trauma subito, ma anche all’età del Paziente. Denti decidui (da latte) e denti di persone anziane sono naturalmente più facili a traumatizzarsi. I denti si possono traumatizzare in diversi modi, creando problemi di varia entità. Analizziamo da quelli meno gravi (semplici scheggiature), fino a quelli più gravi, dove il trauma provoca la caduta del dente. In tutti questi casi il primo compito dell’odontoiatra è cercare di salvare il dente.

Traumi dei tessuti duri (corona dentale)

I colpi subiti dal dente possono interessare anche solo la parte più esterna, lo smalto (frattura coronale semplice), oppure essere più forti e raggiungere anche la polpa, rendendola esposta (frattura coronale con esposizione della polpa). Già nel primo caso è necessario recarsi quanto prima dal proprio dentista per poter far valutare al medico il trauma subito. Anche se il dente non dovesse fare male, o ad occhio nudo non si dovessero notare problemi, potrebbe essere presente un trauma interno, che col passare del tempo porterà a una necrosi dentale del dente, rendendo necessaria la sua avulsione. Il dentista avrà modo di studiare il dente con gli apparecchi radiografici, grazie ai quali è possibile capire se il trauma ha interessato anche la parte interna del dente, e la radice, entrambe invisibili a occhio nudo.
Per risolvere il problema di un trauma solo alla corona del dente, quindi per esempio una scheggiatura, la principale soluzione è quella della ricostruzione con materiale biocompatibile della parte di dente mancante. SST Clinica Odontoiatrica collabora con un laboratorio odontotecnico, che studierà il dente e riprodurrà con precisione la parte di dente mancante, con un colore identico e le giuste proporzioni: il dente sembrerà come nuovo.

Traumi dei tessuti molli (polpa dentale)

Così come prima, anche in questo caso è assolutamente necessario recarsi subito dal proprio odontoiatra, per poter controllare l’entità del danno e far valutare allo specialista la migliore soluzione. Il dentista cercherà sempre di salvare il dente, facendo in modo che questo possa continuare a svilupparsi, se ancora non era del tutto formato (soprattutto per i traumi dei bambini che hanno da poco cambiato la dentizione), oppure si può decidere per una totale devitalizzazione del dente e una sua ricostruzione parziale con materiale biocompatibile. In entrambi i casi il dente, se non troppo traumatizzato, non deve essere estratto.

Perdita o migrazione del dente (avulsione o lussazione)

Nei casi più gravi il trauma può portare a una perdita del dente, o a una sua migrazione, stortando il dente. Se il dente è ancora ancorato alla gengiva, come sempre è necessario recarsi quanto prima dal dentista, che dopo aver analizzato il dente con una radiografia non dovrebbe avere problemi a riportarlo nella sua condizione originaria. Ovviamente il dente avrà necessità di essere controllato nelle settimane successive.
Se invece il trauma subito dal Paziente è tale da far perdere il dente, non ci si deve perdere d’animo: il bravo odontoiatra cercherà comunque di ristabilizzare il dente nella sua posizione. Per farlo però è necessario contattare con molta urgenza il proprio odontoiatra, senza dimenticarsi di come trattare il dente caduto. Questo non deve essere lavato, ma deve essere conservato o in bocca, riparato con la propria saliva, o nel latte (UHT, a lunga conservazione) o in una soluzione fisiologica.

Nuoto e denti: il ruolo del cloro e della saliva

Tra gli sport non di contatto, dove l’atleta, professionista o no, si trova da solo sia nell’allenamento che nella gara, abbiamo il nuoto. Questo particolare sport però, dato che si svolge quasi unicamente nelle piscine e negli ambienti acquatici, ha un impatto importante sulla salute dei denti. I due principali fattori di rischio sono la quantità di cloro nelle piscine e la saliva prodotta durante la fase agonistica.
Per quanto tutte le piscine siano obbligate a controllare più volte al giorno la quantità di cloro e la temperatura delle vasche, un atleta che deve allenarsi diverse volte la settimana avrà sui denti una quantità di cloro molto maggiore rispetto a una persona che non frequenta abitualmente una piscina, e l’acqua clorata ha un PH basico di circa 7,5. Questo infierisce direttamente sullo smalto dei denti, motivo per cui uno studio italiano5 ha potuto osservare come chi si allena in piscina in maniera agonistica è staticamente più affetto da macchie ed erosione dentale, che sono per il Paziente sia un problema di salute dei denti, ma anche estetico. Inoltre, tutti gli atleti professionisti analizzati avevano un livello di saliva alla fine dell’allenamento molto minore rispetto a chi praticava il nuoto per meno ore. Questo, come abbiamo spiegato nel secondo paragrafo, è un problema per la salute dei denti, che hanno quindi una linea di difesa in meno dalle malattie.
C’è una buona notizia però: SST Clinica Odontoiatrica si occupa anche di odontoiatria estetica, proponendo a tutti i suoi Pazienti interessati tecniche di sbiancamento dentale, sia professionali, alle quali sottoporsi in Clinica, sia da poter fare a casa, guidati dal proprio odontoiatra. Ricordiamo sempre che tutte le tecniche di sbiancamento dentale che non siano proposte da un dentista sono praticamente inutili, dato che i composti in vendita nei supermercati hanno percentuali di perossido d’idrogeno (il composto chimico utilizzato per lo sbiancamento) quasi nulle, meno dello 0,1%, al contrario dei prodotti da noi utilizzati o indicati, che ne possiedono percentuali tra il 25 e il 40%, realmente utili per uno sbiancamento dentale e sicuri da utilizzare.

Coordinazione: i denti e l’organismo

Tutte le persone che praticano sport conoscono la vitale importanza della coordinazione. Tutti i nuotatori sanno quando devono respirare mentre fanno una bracciata, chiunque corra sa bene l’importanza della spinta del tallone, e tutti sappiamo quanto sia utile coordinare l’occhio e la mano per dirigere meglio il colpo. La coordinazione è la base di tutti gli sport, dove diversi muscoli e diverse parti del corpo (mani, piedi, occhi etc…) in contemporanea lavorano per poter raggiungere il miglior risultato, sia nell’allenamento che durante la gara.
Al contrario, non tutti sono a conoscenza del fatto che i denti, per quanto non siano muscoli, non si muovano e nella maggior parte dei casi non siano una delle parti del fisico utilizzate durante lo sport, siano importantissimi per la coordinazione di tutto il corpo. I denti, se sono malati o se sono mal disposti all’interno della bocca, possono creare molti disturbi: mal di testa, instabilità, sviluppo della sinusite, ma anche instabilità del cranio e del collo. Il bilanciamento del corpo risente molto di denti che sono malati o che non si serrano correttamente tra loro.

La malocclusione: cos’è e come curarla

La malocclusione è la situazione in cui i denti dell’arcata superiore e quelli dell’arcata inferiore non sono allineati tra loro. Esistono diversi livelli di gravità della malocclusione, che possono portare a problemi più o meno gravi di corretta dizione, di alimentazione, ma anche di mal d testa e coordinamento. La soluzione più immediata avviene da bambini, utilizzando l’apparecchio ortodontico, che correggerà con il passare del tempo la malocclusione. Questa pratica, chiamata ortodonzia intercettiva (o ortodonzia precoce), è un utile strumento per modificare da subito la posizione dei denti del bambino, che però dovrà essere seguita anche quando tutti i denti decidui (da latte) saranno stati sostituiti da quelli permanenti.
Se questa non venisse curata in età pediatrica, è molto più facile in futuro avere problemi di postura del cranio e del collo, con anche evidenti problemi di coordinamento e di corretta respirazione durante la pratica sportiva. Chi non cura la malocclusione potrebbe avere anche dei problemi durante la masticazione, con continui dolori da un lato o l’altro della bocca. A lungo andare questo problema interesserà anche squilibri posturali, con difficoltà a camminare con il piede destro o sinistro.

Una delle patologie connesse alla malocclusione è il bruxismo, cioè il digrignamento involontario dei denti, che può avere diverse cause. Questo consumo precoce dei denti non è comunque positivo per la salute della bocca, e può essere corretto.

Un’altra malattia molto comune che può svilupparsi è la sinusite, che avviene per via dell’incorretto flusso di aria tra la bocca e il naso. Un altro tema che deve interessare tutte le persone che praticano sport, dove la corretta respirazione è la base per una buona sessione sportiva.

L’uso del bite sportivo (paradenti)

Il bite “sportivo” è differente dal bite che si usa in odontoiatria. Se un Paziente si rivolgesse alla nostra Clinica per risolvere dei problemi trattati nel paragrafo precedente, tra le soluzioni ci sarebbe sicuramente l’uso del bite: un dispositivo da utilizzare durante la notte per favorire il riallineamento dei denti. Al contrario il bite sportivo, chiamato più comunemente paradenti, è un dispositivo simile, ma usato da tutti gli atleti di sport da contatto per proteggersi. Ma non solo: il paradenti è utile anche per tutti quei momenti in cui serve stringere i denti per massimizzare lo sforzo. In questa maniera i denti sono protetti da eventuali colpi e traumi, e l’atleta non percepirà più mal di testa dopo la pratica sportiva, dovuti a un continuo serramento dei denti. Per quanto ormai tutti gli atleti utilizzino il paradenti, non sono ancora presenti forti evidenze scientifiche a favore della tesi per cui stringere i denti (la cosiddetta “massima intercuspidazione”) nel momento di massimo sforzo possa in qualche modo “aiutare” o “migliorare” l’azione6. Inoltre, in molti sport il momento di concentrazione delle forze è legato non tanto al serramento dei denti, quanto al contrario a un grido.

Esistono diversi tipi di paradenti sportivi, da quelli più comuni e meno costosi, a quelli professionali, composti su misura per la bocca e i denti di chi li deve indossare. Al di là del costo e della composizione di ognuno di questi paradenti, una delle cose più importanti da ricordarsi è l’igiene di questi strumenti. Sono molti i casi di paradenti sporchi, che puzzano e che sono facili vettori di malattie, anche per colpa di atleti che non li puliscono correttamente o che li utilizzano senza essersi lavati i denti prima di indossarli. La giusta pulizia del proprio paradenti passa anche dai corretti detergenti: utilizzare sostanze troppo aggressive rovinerà il paradenti e il materiale di cui è composto.

 

 

Bibliografia e note
1. Gallagher, J., Ashley, P., Petrie, A. et al. Oral health-related behaviours reported by elite and professional athletes. Br Dent J 227, 276–280 (2019). doi: 10.1038/s41415-019-0617-8
2. Ozcelik O, Haytac MC, Seydaoglu G. The effects of anabolic androgenic steroid abuse on gingival tissues. J Periodontol. 2006 Jul;77(7):1104-9. doi: 10.1902/jop.2006.050389. PMID: 16805671.
3. Genco RJ, Ho AW, Grossi SG, Dunford RG, Tedesco LA. Relationship of stress, distress and inadequate coping behaviors to periodontal disease. J Periodontol. 1999 Jul;70(7):711-23. doi: 10.1902/jop.1999.70.7.711. PMID: 10440631.
4. Knapik JJ, Hoedebecke BL, Rogers GG, Sharp MA, Marshall SW. Effectiveness of Mouthguards for the Prevention of Orofacial Injuries and Concussions in Sports: Systematic Review and Meta-Analysis. Sports Med. 2019 Aug;49(8):1217-1232. doi: 10.1007/s40279-019-01121-w. PMID: 31148073.
5. D’ercole, Simonetta; Tieri, Marco; Martinelli, Diego; Tripodi, Domenico (2016). The effect of swimming on oral health status: competitive versus non-competitive athletes. Journal of Applied Oral Science, 24(2), 107–113. doi:10.1590/1678-775720150324
6. Ferreira GB, Guimarães LS, Fernandes CP, Dias RB, Coto NP, Antunes LAA, Antunes LS. Is there enough evidence that mouthguards do not affect athletic performance? A systematic literature review. Int Dent J. 2019 Feb;69(1):25-34. doi: 10.1111/idj.12406. Epub 2018 May 29. PMID: 29808910.

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