Introduzione
Il dentifricio, come lo conosciamo noi oggi, è un perfezionamento di uno strumento usato già da migliaia di anni. I primi dentifrici individuabili possono essere trovati nell’antico Egitto, dove piccoli oggetti triturati venivano mescolati a delle polveri e a delle creme per avere un effetto abrasivo e di rimozione delle impurità dai denti. Il primo momento in cui il dentifricio assume maggiormente le forme di quelli moderni avviene, come spesso è accaduto, presso il popolo Cinese, il quale ha per primo iniziato ad inserire erbe aromatiche e sapori piacevoli ai loro dentifrici. Infine, l’ultimo passaggio importante per la scienza odontoiatrica è avvenuto nell’Inghilterra di inizio Novecento, quando il dentifricio ha cominciato ad essere prodotto con il fluoro. Negli ultimi cento anni i dentifrici hanno subito ulteriori variazioni e scoperte, ma il suo componente di base più importante e utile, il fluoro, è sempre rimasto invariato. È tuttavia presente una nuova serie di prodotti che non contengono questo elemento, quindi un dentifricio senza fluoro.
Oggi in commercio sono disponibili un gran numero di dentifrici, i quali hanno una serie di funzioni sia generiche che specifiche, spesso unite tra loro. Il Paziente, a causa di una dieta non sempre corretta, o di alcuni vizi, come il tabacco e l’alcool, può sviluppare con il passare del tempo una serie di problemi sui suoi denti. Questi possono essere difetti estetici, come i denti macchiati o ingialliti, o problemi che travalicano l’ambito della bellezza e si inseriscono completamente nell’alveo delle malattie dentali. Possiamo quindi trovare sul mercato dentifrici per sbiancare i denti, o per chi soffre di sensibilità dentale, ma anche dentifrici per risolvere importanti problemi dentali o malattie gengivali. Il miglior dentifricio per gengive ritirate potrebbe non essere quello che il Paziente sta usando in questo momento, dato che non ha letto con attenzione le indicazioni scritte sul retro della confezione. Allo stesso modo non esiste un unico miglior dentifricio sbiancante, ma va valutata la situazione dei denti di ogni Paziente, per evitare che dei dentifrici troppo abrasivi rovinino il suo smalto.
Negli ultimi anni sono comparsi in vendita anche nuove tipologie di dentifrici, che cercano nuove biotecnologie per superare la necessità del fluoro, che in alcuni casi può provocare la fluorosi. Il dentifricio senza fluoro può essere una buona risposta a questa complicazione.
Un caso particolare è dato dai dentifrici per i bambini, i quali devono contenere per prima cosa una dose minore di fluoro, al contrario il bambino, non abituato a lavarsi i denti, potrebbe ingoiarne una quantità eccessiva. Il rischio è quello di sviluppare la fluorosi, una patologia che compare nei Pazienti che hanno una dieta troppo ricca di fluoro. I dentifrici per bambini poi seguono tutte delle regole del marketing e della comunicazione diretta a quello specifico pubblico, che richiede dentifrici di un certo colore, forma e sapore. Non bisogna mai sottovalutare l’importanza di questi prodotti, dato che i bambini devono essere abituati da subito a lavarsi i denti, così da formare dei giovani Pazienti che in futuro sapranno prevenire le proprie malattie dentali e quelle dei loro figli, meglio di quanto non si faccia già ora. Il fluoro, per quanto in alcuni casi si stia cercando di eliminare, creando quindi una nuova tipologia di dentifricio senza fluoro, continua ad essere molto indicato per la salute e il corretto sviluppo dei denti dei bambini.
Così come qualsiasi strumento, anche il dentifricio, se non usato correttamente, può dare luogo a dei problemi al Paziente. In alcuni casi sono state riscontrate delle allergie e degli effetti collaterali nei Pazienti che utilizzavano tipologie specifiche di dentifrici. Può accadere che il Paziente sviluppi una allergia, ma non si renda conto che l’agente che lo sta danneggiando è il dentifricio, modificando via via la sua dieta ma non risolvendo ancora il problema.
Infine, uno spazio importante deve essere dato ai cosiddetti “dentifrici naturali” o “dentifrici alternativi”, cioè tutti quei composti prodotti in casa, seguendo spesso indicazioni di dubbia provenienza prese dal web. Non esiste alcun dentifricio fatto in casa che possa essere utile per lavarsi i denti, e spesso al contrario gli ingredienti proposti non fanno altro che peggiorare la salute orale di chi decide di utilizzarli. I dentifrici sono oggetti di uso comune, economici, utili a chiunque: meglio fidarsi delle marche più famose, piuttosto che affidarsi a improbabili formule e ricette, le quali non hanno mai ricevuto controlli di qualità e certificazioni mediche per il loro utilizzo.
- Introduzione
- Perché è importante usare il dentifricio
- I benefici di usare il giusto dentifricio
- Consigli su come usare il dentifricio
- Dentifrici e problemi dentali
Perché è importante usare il dentifricio
Lavarsi i denti con costanza è una delle attività più semplici, a costo quasi zero, e veloci, che ognuno di noi può fare. Il nostro ruolo, come dentisti di SST Clinica Odontoiatrica, è quello di ricordare sempre a tutti l’importanza di questo gesto, un’azione di prevenzione che impedisce ai denti di cariarsi, alle gengive di infiammarsi, e fa sì che il nostro sorriso rimanga bello e sano fino a quando non saremo anziani. Lavandosi i denti due volte al giorno, per due minuti, richiede al Paziente un impegno minimo, oltre a sottoporsi a due visite dentistiche all’anno.
Il dentifricio è una delle due variabili nel gioco della prevenzione, l’altro è ovviamente lo spazzolino da denti, che può essere elettrico o manuale. Il dentifricio, nella sua semplicità, assolve a un gran numero di funzioni positive per la salute dei denti del Paziente. Non solo pulisce i denti, ma riduce o impedisce la presenza di carie, promuove la rimineralizzazione giornaliera dei denti, combatte contro l’erosione dentale. Oltre a questo, il dentifricio riduce le possibilità che il Paziente possa soffrire della fastidiosa sensazione di sensibilità dentale, e allo stesso tempo aiuta le gengive ad essere belle e sane, oltre che rendere i denti sempre bianchi. Tutto questo in soli due minuti, se si utilizza il giusto dentifricio per le nostre necessità e ci si spazzola i denti nella maniera corretta.
I benefici di usare il giusto dentifricio
Per quanto molti dentifrici contengano all’interno dello stesso prodotto diversi agenti che possono risolvere o migliorare un gran numero di aspetti della salute dentale, se il Paziente dovesse subire di un problema specifico è più facile che l’odontoiatra proponga un dentifricio rispetto ad un altro.
È bene specificare che prima di acquistare un qualsiasi tipo di dentifricio per problemi specifici, bisogna fare una visita odontoiatrica e farsi consigliare dal proprio dentista. Un Paziente che non conoscesse a fondo i propri problemi, o che se li autodiagnosticasse, potrebbe peggiorare la propria situazione orale utilizzando un dentifricio non utile per le sue necessità.
Dentifrici fluorati
La maggior parte dei dentifrici presenti in commercio contiene quantità variabili di fluoro. Quando un Paziente decide di acquistare un dentifricio, può però controllare il grado di fluoro presente al suo interno, che è variabile in base alle diverse necessità e agli usi, soprattutto se il dentifricio è rivolto a un adulto o a un bambino.
Su tutte le confezioni di dentifrici regolarmente venduti all’interno dell’Unione Europea è segnato un numero, variabile da 500 p.p.m. a 1.500 p.p.m.: questa è la quantità di fluoro presente nel dentifricio che compriamo. L’acronimo ppm significa “parti per milione”, cioè la percentuale di fluoro contenuta nel tubetto. La differenza delle percentuali è divisa in base all’età di chi lo utilizza:
- Dentifricio con 500 ppm di fluoro: dentifricio per bambini.
- Dentifricio con 1.000 ppm di fluoro: dentifricio per adulti.
- Dentifricio con 1.500 ppm di fluoro: dentifricio per adulti.
La regolamentazione dell’Unione Europea impedisce la vendita di dentifrici con una percentuale maggiore di 1.500 ppm di fluoro, perché un’assunzione troppo alta di questa sostanza può provocare problemi nell’organismo umano. Fuori dall’UE è possibile acquistare dentifrici con dosi molto più alte di fluoro, fino a 5.000 ppm, ma prima di utilizzare questi dentifrici è sempre bene chiedere un parere al proprio dentista.
Il fluoro è in assoluto la più importante sostanza presente all’interno dei dentifrici. I suoi effetti benefici sulla salute della bocca sono ben conosciuti e aiutano tutte le parti del dente. Grazie al fluoro il dente è sempre più stabile, può continuare a crescere, lo smalto è più spesso e protegge in maniera migliore la dentina e la polpa dentaria, protegge il dente dalle carie e dall’erosione dentale, dunque anche dalla sensibilità dentale.
Dentifrici con la clorexidina
La clorexidina è un composto chimico che è utilizzato principalmente all’interno dei colluttori professionali, anche se può essere trovato anche sotto forma di gel da spalmare sui denti o all’interno di alcuni dentifrici.
Secondo diversi studi, i dentifrici con al loro interno una percentuale dell’1% di clorexidina sono molto utili per tutti quei Pazienti che hanno problemi gengivali e di placca. Dunque i Pazienti che soffrono di malattie come la gengivite e la parodontite, le quali sono direttamente collegate alla presenza di troppa placca sui denti, possono migliorare notevolmente la propria condizione grazie all’uso di questi prodotti a base di clorexidina. Questa tipologia di prodotto è quindi il miglior dentifricio per gengive ritirate.
In altri casi la clorexidina è utilizzata in unione ai dentifrici fluorati: spazzolare i denti con un dentifricio con una buona percentuale di fluoro, e successivamente usare un collutorio a base di clorexidina (le cui percentuali in questo caso sono solitamente variabili tra lo 0,20% e lo 0,50%) è un’ottima soluzione per la cura dei denti malati.
È bene comunque non abusare della clorexidina, e utilizzarla solo quando strettamente necessario, e per il periodo di tempo indicato dal proprio odontoiatra. Un utilizzo intensivo e continuo della clorexidina ha diversi effetti collaterali, dati dalla severità che questo composto ha sulla salute dei denti. Se inizialmente è ottimo per eliminare tutti i batteri, e preservare la bocca dalla presenza di nuovi, se utilizzato anche dopo il periodo consigliato comincerà a distruggere anche le parti della bocca sane. La clorexidina infatti, se utilizzata troppo, porta i denti a macchiarsi, a creare dolore sulla lingua, e in alcuni casi a una perdita del gusto.
Per via della sua funzione molto intensiva, la clorexidina è consigliata per tutti i Pazienti con bisogni speciali. In molti casi questi Pazienti devono utilizzare dei medicinali che aumentano la produzione di gengiva, oltre ad avere spesso problemi e difficoltà a lavarsi correttamente i denti in autonomia. La clorexidina può essere un utile alleato per tenere sotto controllo le possibili malattie dentali che questi Pazienti sviluppano maggiormente rispetto ad altri.
Dentifrici per denti sensibili
Sono presenti in libera vendita diversi dentifrici che hanno come principale effetto quello di proteggere e curare i denti sensibili.
La sensibilità dentale, più correttamente ipersensibilità dentinale, è una condizione patologica data dall’erosione dei denti. Quando lo smalto che ricopre i denti non è più spesso e duro, può cominciare a lasciare più visibile la parte più interna del dente. Una serie di migliaia di microscopici tubicini collegano l’esterno del dente con la polpa, la parte viva del dente. Per questo motivo i Pazienti che soffrono di sensibilità dentale sentono dolore e fastidio quando bevono o mangiano alimenti troppo caldi o troppo freddi, e lo stesso avviene quando respirano. I tubicini, ora scoperti, fanno sì che le temperature colpiscano il dente, da qui il tipico dolore che si sente.
I dentifrici per la sensibilità dentale quando vengono apposti sui denti tappano tutti i buchi prima scoperti, evitando quindi la sensazione di sensibilità.
Dentifricio sbiancante
Molti dentifrici sono creati apposta per possedere degli agenti sbiancanti, che possono sia rimuovere le macchie e le impurità dai denti, sia migliorare la lucentezza del sorriso del Paziente. Esistono diversi di questi dentifrici in commercio, ma trovare il miglior dentifricio sbiancante non è automatico: dipende dalle necessità e dallo stato di salute del dente di ogni Paziente.
Lo sbiancamento dentale è un argomento molto vasto, che può prendere in considerazione sia le sedute di sbiancamento che possono essere svolte in poltrona, ma anche i kit per lo sbiancamento che possono essere usati a casa. All’interno di SST Clinica Odontoiatrica proponiamo entrambi i trattamenti, utili per tutti quei Pazienti che sentono di voler rendere il loro sorriso più bianco, magari perché macchiato dall’utilizzo di sigarette o un certo tipo di alimenti macchianti (uno tra tutti, il vino rosso). Ricordiamo inoltre che tutti i tipi di sigaretta possono macchiare i denti, quindi non solo le sigarette tradizionali, ma anche le sigarette IQOS® e le sigarette elettroniche.
Va sempre specificato che il Paziente che volesse sbiancarsi i denti, sia utilizzando un dentifricio sbiancante, sia ricorrendo ai trattamenti di sbiancamento dentale professionale, deve prima sottoporsi a una seduta di controllo della propria salute dentale. Voler sbiancare i denti, se prima non si sono risolti altri problemi dentali, è inutile e spesso controproducente, perché i denti potrebbero tornare presto a un colore non bianco.
Esistono degli effetti collaterali per chi usa un dentifricio sbiancante? Sì, e sono stati ampliamente studiati: il dentifricio sbiancante un effetto fortemente abrasivo, necessario per rimuovere meccanicamente le macchie presenti sui denti. Un suo utilizzo eccessivo porterà il dente non solo a vedere rimosse le sue macchie, ma anche a perdere parte del suo smalto, rimosso anch’esso dalla forza del dentifricio sbiancante. La conseguenza principale è la sensazione di sensibilità dentale.
Per conoscere la forza abrasiva che il dentifricio ha è necessario leggere sulla confezione il suo RDA. Questo acronimo, così come quello per la quantità di fluoro presente nei dentifrici, indica la “Relative Dentin Abrasivity”, cioè la “Abrasività Dentale Relativa” del dentifricio in questione. Può essere divisa così:
- Dentifricio con 0-70 RDA: dentifricio con una bassa abrasività.
- Dentifricio con 71-100 RDA: dentifricio con una media abrasività.
- Dentifricio con 101-150 RDA: dentifricio con una alta abrasività.
- Dentifricio con 151-250 RDA: dentifricio con una altissima abrasività, al limite del dannoso.
A differenza delle percentuali di fluoro presenti nei dentifrici, non esiste nessuna legge in Italia che indichi la presenza minima o massima di RDA all’interno dei dentifrici, né che ne imponga la dichiarazione sulla scatola. Dunque per alcuni dentifrici potreste leggere la loro RDA, ma non per tutti.
La cosa migliore da fare è sempre quella di chiedere consiglio al proprio odontoiatra, prima di scegliere di acquistare un dentifricio diverso dal solito. Ogni dentista e igienista conosce le RDA dei principali dentifrici in commercio, e saprà indicarvi quello migliore per voi. Acquistare un dentifricio con un’alta abrasività quando si hanno già i denti mediamente bianchi, potrebbe portare il Paziente a sviluppare diversi problemi dentali. Conoscere queste informazioni può certamente portare a trovare il miglior dentifricio sbiancante per le proprie necessità.
Dentifricio senza fluoro
Una novità promossa negli ultimi anni è quella del dentifricio senza fluoro, con al suo interno la idrossiapatite biomimetica. Questo composto si ispira e ricopia gli stessi effetti degli agenti naturali presenti sulla superficie dei denti, che ne promuovono la mineralizzazione.
La promessa di questi nuovi dentifrici è quella di ridurre quanto possibile la demineralizzazione del dente, e quindi impedire lo sviluppo di carie e di altri agenti esterni il cui ruolo è quello di attaccare il dente. Allo stesso tempo, la idrossiapatite biomimetica svolge un ruolo alternativo a quello del fluoro, dunque questi sono nuovi tipi di spazzolini che non necessitano la presenza di fluoro al loro interno. Questo si rende necessario per eliminare del tutto le possibili intossicazioni da fluoro che soprattutto i bambini potrebbero sviluppare.
Questi dentifrici, come indicato, sono presenti in commercio solo da pochi anni, e promossi da un numero molto ristretto di aziende. Le ricerche scientifiche indipendenti che hanno studiato l’effettiva azione di questo dentifricio senza fluoro sono poche, per quanto hanno tutte confermato la bontà di queste nuove tipologie di dentifrici.
Dentifrici con l’aloe vera
All’interno del larghissimo mondo dei dentifrici con al loro interno composti di origine naturale, uno dei migliori è certamente il dentifricio con l’aloe vera.
I dentifrici con l’aloe vera hanno una funzione anti batterica e anti infiammatoria simile a tutti gli altri dentifrici in commercio. Diversi studi hanno confermato come i dentifrici con l’aloe vera e i dentifrici con il fluoro hanno le stesse funzioni e risultati per la prevenzione della carie e della gengivite, oltre che di pulizia del cavo orale. Possiamo dire che questi prodotti possano considerarsi come miglior dentifricio per gengive ritirate.
Dentifricio solido
Una nuova soluzione, in molti casi scelta per essere più ecologica rispetto ai tubetti di dentifricio in plastica, è il dentifricio solido. Questa tipologia di dentifricio può essere trovata facilmente sul mercato sotto forma di polvere, o di bastoncini, o anche di pastiglie da masticare.
In tutti i casi il dentifricio solido deve essere accompagnato dallo spazzolino da denti, la sua funzione è esattamente la stessa del dentifricio più comune, ma la sua azione è attivata dall’acqua e dallo sfregamento dello spazzolino sui denti.
Non esistono controindicazioni nell’utilizzo di questo dentifricio solido, se non quello di controllare sempre la sua composizione. I dentifrici, in quasi tutti i casi, devono avere una parte di fluoro per poter essere utili, e oltre a lavare via i residui di cibo e lo sporco dai denti, anche rafforzali.
Consigli su come usare il dentifricio
I dentifrici, come abbiamo visto, non sono tutti uguali. Allo stesso modo alcuni dentifrici possono essere utilizzati solo dai Pazienti adulti, mentre al contrario i bambini devono usare dei dentifrici specifici per la loro età. Questo si rende necessario per la quantità di fluoro presente in questi dentifrici, che non può eccedere delle percentuali di controllo, oltre che poter scegliere per dei dentifrici che siano più esteticamente piacevoli per i bambini. In questo modo sarà più facile indurli a lavarsi i denti.
Un altro consiglio che come odontoiatri possiamo dare è quello relativo al risciacquo. È stato studiato infatti come un risciacquo troppo rapido dei denti dopo esserseli spazzolati elimina la maggior parte del fluoro presente sui denti, rendendo meno utile la sua funzione.
Dentifrici per bambini
I bambini, con i loro denti da latte, hanno delle necessità diverse dagli adulti. I loro denti sono molto più sensibili e fragili rispetto alla dentizione permanente, e il loro smalto è più sottile. Per questo motivo la carie è in assoluto la patologia dentale più diffusa tra i bambini, e interessa milioni di loro ogni anno nel mondo. Anche i traumi dentali colpiscono molto di più i bambini, specialmente quando giocano o fanno sport.
La cura dei denti dei bambini deve essere un tema di primaria importanza nell’educazione dei genitori. Per primi loro devono conoscere il modo migliore in cui si deve lavare i denti ai bambini, e successivamente devono insegnarglielo. Anche quando saranno più grandi, è bene che ricordino loro sempre di lavarsi i denti, per fare sì che questa diventi una routine quotidiana che si porteranno dietro tutta la vita, e che insegneranno a loro volta ai loro figli.
I dentifrici per i bambini devono possedere una percentuale di fluoro minore rispetto a quella dei dentifrici per gli adulti, non più di 500 o 1000 ppm. Inoltre, la quantità di dentifricio da utilizzare per i denti dei bambini cambia con l’età: quando sono molto piccoli, fino a circa tre anni, deve essere grande quanto un chicco di riso. A partire dai tre fino ai sei anni non deve eccedere la grandezza di un pisello. Dopo di ciò il bambino sarà più autonomo nel lavarsi i denti e può essere leggermente aumentata la quantità di dentifricio utilizzata, senza eccedere.
Dentifricio e risciacquo
Negli ultimi anni sono state pubblicate diverse ricerche scientifiche che hanno studiato il ruolo del riascquo dei denti dopo esserseli lavati. Secondo queste pubblicazioni, risciacquarsi i denti subito dopo esserseli lavati, e sciacquarli con molta acqua, rende ineffettiva l’azione del fluoro sui denti, che verrebbe eliminato completamente.
La proposta che viene fatta è quella di sciacquarsi i denti dopo qualche minuto che sono stati spazzolati e con la minima quantità di acqua possibile. Inoltre è stata indicata questa serie di azioni, per massimizzare la presenza di fluoro sui denti:
- Lavarsi i denti normalmente per due minuti.
- Sputare il dentifricio in eccesso durante lo spazzolamento, ma il minimo indispensabile.
- Mettere in bocca un sorso d’acqua e sciacquarsi i denti con l’acqua e il dentifricio rimanente in bocca per almeno un minuto, senza sputare.
- Sputare e non utilizzare più acqua, ne mangiare o bere per le due ore successive.
Dentifricio e problemi dentali
Il dentifricio, se non ben utilizzato, può provocare dei problemi ai denti dei Pazienti. La patologia più famosa legata all’uso del dentifricio è la fluorosi, che coinvolge principalmente i bambini e le persone che vivono in zone ad alta concentrazione di fluoro nelle acque.
Alcuni Pazienti possiedono delle allergie che i diversi componenti dei dentifrici possono far scattare, senza che il Paziente ne fosse prima a conoscenza. Nella maggior parte dei casi queste forme allergiche avvengono a causa degli additivi del dentifricio, come i coloranti, o gli agenti per dare un sapore specifico al dentifricio.
Dentifrici e fluorosi
La fluorosi è una patologia dentale che forma delle macchie e delle venature biancastre sui denti dei Pazienti.
Questa malattia può avvenire più facilmente nei Pazienti che hanno una dieta troppo ricca di fluoro. È molto più facile che questa malattia avvenga in luoghi dove le acque pubbliche degli acquedotti sono arricchite di fluoro, una procedura governativa che si rende necessaria nei luoghi dove la prevenzione dentale è minore. In Italia le acque pubbliche degli acquedotti non sono fluorate, cosa diversa per molti stati americani e sudamericani. Dunque in Italia la possibilità di contrarre la fluorosi avviene nei Pazienti che introducono troppo fluoro nella loro dieta, come per esempio lavarsi i denti con dentifrici fluorati e assumere pastiglie di fluoro nello stesso tempo, e magari bere bottiglie di acqua confezionata ad alta percentuale di fluoro.
È più facile che i bambini siano affetti dalla fluorosi, per via della tendenza dei bambini più piccoli di ingerire senza volerlo parte del dentifricio quando si lavano i denti.
Dentifricio e cheilite
Diversi Pazienti sono stati studiati nella letteratura scientifica per gli effetti collaterali che i dentifrici hanno avuto sulla salute delle loro labbra e mani. Alcuni Pazienti infatti possono soffrire di cheilite, per colpa di diverse sostanze presenti nei dentifrici che utilizzano.
Va comunque specificato che uno studio del 2017 stima come l’allergia da contatto con gli agenti presenti nei dentifrici vari tra lo 0,1% e lo 0,3% della popolazione, non rendendo quindi i dentifrici un grave problema per la salute generale delle persone.
Dentifrici naturali e problemi ai denti
Su Internet è possibile reperire una larghissima quantità di composti spacciati per “naturali” che dovrebbero creare dei dentifrici alternativi, i quali possono essere creati a casa seguendo le istruzioni, spesso fin troppo generiche.
Nel 2021 una ricerca scientifica ha analizzato più di 80 ricette per dei dentifrici naturali, scoprendo che nessuno di loro poteva essere utile per la salute dei denti. Al contrario, diversi di questi ingredienti possono creare problemi dentali a chi decidesse di utilizzarli.
La cosa più importante da considerare è che nessuna ricetta fai-da-te sul web potrà mai indicare l’utilizzo del fluoro per la creazione di questi dentifrici fatti in casa. Questo perché il fluoro, come abbiamo visto, è sottoposto a una rigida regolamentazione da parte dell’Unione Europea, e non può essere acquistato liberamente da chiunque ne faccia richiesta.
La ricerca scientifica ha evidenziato come in molte delle ricette proposte ci fosse l’utilizzo del carbone, come elemento naturale per lavarsi i denti. Il carbone possiede una concentrazione molto alta di metalli pesanti, che possono creare diversi problemi alla salute dei denti e delle gengive. Altre ricette propongono l’uso del succo di limone, il quale è notoriamente molto acido, e il suo pH se usato costantemente sulla superficie dei denti li renderà sempre meno resistenti e più facilmente attaccabili dai batteri. Certamente questo non è il miglior dentifricio per gengive ritirate, e al contrario questi agenti non faranno altro che peggiorare una situazione già problematica nella bocca del Paziente.
SST Clinica Odontoiatrica ricorda a tutti i suoi Pazienti che decidere per l’utilizzo di dentifrici fatti in casa pone dei seri rischi alla salute dei denti, e che in nessun caso dovrebbero essere utilizzati.
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